Il riscaldamento è essenziale per garantire la buona abitabilità degli ambienti, siano essi uffici o abitazioni. A volte però il sistema centrale non basta e, in caso di temperature rigide, occorre optare per un’integrazione. Queste soluzioni permettono di riscaldare un ambiente in pochi minuti, ne bastano infatti solo 20 per avere una buona sensazione di calore, e ciò va a beneficio dei consumi energetici del sistema centralizzato di riscaldamento che si mette in funzionamento in base alla rilevazione della temperatura ambientale.

Le soluzioni migliori in questo caso sono le stufe: ma esistono dei modelli di stufe a pellet senza canna fumaria? Per tua fortuna la risposta è affermativa: dai camini a bioetanolo alle stufe a pellet, ecco i modelli senza canna fumaria e le loro principali caratteristiche.

 

La definizione “senza canna fumaria”

 

Prima di illustrarti le diverse stufe senza canna fumaria presenti sul mercato, è importante precisare che il termine utilizzato è ingannevole in alcuni casi. Anche i dispositivi che utilizzano combustibili ecologici devono infatti poter espellere fumi all’esterno della stanza. Questo può avvenire con o senza canna fumaria vera e propria, ma comunque con un sistema di smaltimento che garantisca la completa sicurezza della casa o dell’ufficio.

Nel caso dei camini al bioetanolo, non producendo fumi non necessitano realmente di una canna fumaria, come vedrai nella sezione dedicata, seppur risulti necessario il ricambio d’aria.

 

Stufe a pellet senza canna fumaria

 

Non esistono stufe a pellet senza tubi che consentano lo scarico dei fumi. Al posto della canna fumaria viene utilizzato infatti un piccolo tubo dal diametro di 8 centimetri da posizionare attraverso il muro e che raggiunge il tetto. I fumi prodotti dalla combustione vengono espulsi per tiraggio forzato, ovvero attraverso un ventilatore elettrico che spinge l’aria all’esterno.

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Questo fatto è importantissimo per la sicurezza: in caso di anomalie e malfunzionamenti della rete elettrica infatti, la stufa può comunque espellere in maniera naturale i fumi della combustione, attraverso il tubo verso l’esterno. Il termine quindi indica una facilitazione nell’installazione che deve comunque rispettare la normativa UNI 10863.

Il suo funzionamento è automatizzato e dispone persino di una quantità di acqua necessaria a rendere l’ambiente non troppo secco. Il crono termostato assicura una migliore gestione della temperatura e un pressostato è in grado di rilevare il tiraggio dei fumi.

L’installazione non può essere fatta da sé poiché occorre rispettare oltre la normativa citata (resa più stringente dal 2012), anche i regolamenti comunali che potrebbero prevedere distanze minime di sicurezza.

Nei condomini la stufa a pellet non rappresenta un limite installarla grazie al fatto che non richiede un’autorizzazione condominiale. L’unica procedura da rispettare è la presentazione di una DIA al proprio comune.

 

Caminetti a bioetanolo

 

I camini a bioetanolo rientrano nei dispositivi che funzionano attraverso biomasse vegetali. Il bioetanolo prodotto viene irrorato su pietre porose che provocano la combustione generando calore. Questo tipo di caminetto è davvero ecologico e non produce sostanze dannose per l’ambiente, il motivo è semplice, infatti la combustione delle biomasse del bioetanolo non raggiunge i 400 gradi.

Questi dispositivi di riscaldamento vengono anche definiti focolari liberi, termine con il quale si indica che non necessitano di particolare legislazione. Da ciò deriva che per la loro installazione non c’è bisogno di permessi, revisioni periodiche o canne fumarie.

I caminetti a bioetanolo immettono nell’ambiente, oltre al calore, anche anidride carbonica e vapore acqueo. Se l’emissione prosegue troppo nel tempo, potrebbe saturare l’ossigeno nella stanza, è buona cura quindi aerare il locale di tanto in tanto e non installarli nelle camere da letto. Il camino a bioetanolo non produce molto calore poiché il potere calorifero del suo combustibile è più basso se paragonato ad altri, in genere si utilizzano per ambienti di 20 massimo 30 mq.

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La diffusione del camino a bioetanolo è dovuta a diversi elementi:

  • Si tratta di un complemento di arredo che completa una stanza come il salotto ad esempio;
  • Il loro prezzo risulta abbordabile per la famiglia media arrivando al massimo a qualche centinaia di euro;
  • Non ci sono difficoltà per utilizzarlo in quanto va solo accesa la fiamma;
  • La semplicità di installazione è disarmante se paragonata ad altre stufe,
  • Non richiede spazio oltre il suo naturale ingombro poiché non ha stoccaggio di combustibile;
  • L’impatto ambientale è minimo poiché, come detto, non produce ne fumi ne cattivi odori;
  • Non ha bisogno di alcun tipo di manutenzione, ne deve essere pulito;
  • Si trasporta in caso di trasloco;
  • Non hanno bisogno di rete elettrica per poter funzionare.

In sintesi questo genere di impianto di riscaldamento è basico e va bene per la cucina, la stanza da pranzo o il soggiorno.

 

Il caminetti elettrici

Questo ulteriore dispositivo per scaldare l’ambiente parte dall’effetto Joule. La resistenza non ha un collegamento con un dissipatore di potenza, quindi attraverso l’aria, per convezione rilascia il calore direttamente nell’ambiente. In commercio sono disponibili molti modelli con livello di prezzi che oscillano dai 100 fino ai 1.000 euro.

Si sono affermati ultimamente i modelli che simulano visivamente la fiamma, ovviamente non hanno alcuna emissione di gas nocivi. Quanto alla capacità di riscaldare effettivamente un ambiente, non li si può considerare al pari delle stufe a pellet ma neanche a quelle a bioetanolo.

 

Conclusioni

Ci sono diverse soluzioni per scaldare la casa, quelle che abbiamo sintetizzato sono le più diffuse, ma ne esistono anche altre, basti pensare al gas o al petrolio. Il sostegno al sistema di riscaldamento centralizzato è la principale motivazione, ma non si può negare che l’evoluzione del design di questo genere di stufe, ha prodotto un fascino che funziona da richiamo.

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A chi non piace avere nella propria dimora un focolare, la cui presenza riscalda non solo l’ambiente ma anche l’anima, ed è per questo motivo che si stanno diffondendo in molte case.

Un ulteriore vantaggio riguarda la bolletta del gas che tra uso riscaldamento e cucina supera spesso i 1.500 euro in un anno. Il pellet ed il bioetanolo possono sostenere il risparmio arrivando a generare il calore utile a non far attivare la caldaia per raggiungere la temperatura di permanenza.