In questi giorni è in corso una politica di reclutamento nel mondo della scuola che ha avuto dimensioni simili probabilmente solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Grazie alla messa a disposizione, infatti, ben 11 mila supplenti nell’anno scolastico 2018/2019 sono riusciti a ottenere una cattedra pur non essendo iscritti a una graduatoria e senza essere in possesso di una laurea. A causa del nuovo decreto pensioni e della “quota 100”, gli addetti ai lavori si attendono una fuga clamorosa di insegnanti per il prossimo anno, tanto da ipotizzare un numero di 68 mila cattedre vuote. Specialmente nelle regioni del Nord Italia la carenza di personale mette in mostra i suoi effetti più evidenti, e ciò si traduce in un aumento delle domande denominate mad: messa a disposizione. Solo al Nord, infatti, sono stati sottoscritti 10 mila contratti con nuovi supplenti.

Per cogliere questa occasione e lavorare nel mondo della scuola come docente, insegnante di sostegno o come personale ATA, consigliamo di finalizzare il proprio curriculum e inviarlo tramite il sito mad scuola (madscuola.it) agli istituti di una o più province italiane. L’inoltro è garantito nel giro di tre ore, senza che vi sia la necessità della posta elettronica certificata.

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La messa a disposizione torna di moda

 

Torna in auge, dunque, la mad: la messa a disposizione, secondo i dati che sono stati forniti da Cisl Scuola, è destinata a riacquistare importanza. Essa comporta la sottoscrizione di un contratto a tempo determinato con un aspirante insegnante che non fa parte delle graduatorie ufficiali, né quelle dei precari storici né quelle di istituto, ma possiede comunque i titoli per diventare un docente. Questa modalità di reclutamento era diffusa in modo particolare dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando per diventare professori era sufficiente una laurea (se non addirittura un semplice diploma): in molti non passavano attraverso un concorso pubblico ma si limitavano a presentare la richiesta di messa a disposizione per poi attendere la chiamata di un dirigente scolastico.

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La messa a disposizione oggi

 

Allo stato attuale, sembra proprio che il metodo della messa a disposizione sia il più adeguato per favorire l’incontro, in ambito scolastico, tra l’offerta e la domanda. Con questo sistema, i dirigenti scolastici che non sono in grado di reperire un supplente scelgono il docente di cui hanno bisogno tra coloro che si sono candidati e hanno manifestato la propria disponibilità. Ogni incarico che si ottiene consente agli aspiranti insegnanti di accrescere il proprio punteggio all’interno delle graduatorie di istituto, in modo da poter essere chiamati di nuovo in futuro.

 

I numeri attuali

 

Il trend attuale viene ben illustrato dai numeri, secondo i quali nell’anno scolastico 2018-2019 ci sono stati ben 164 mila supplenti in servizio: in pratica, un supplente ogni cinque insegnanti dotati di cattedra regolare. Per il prossimo anno, pare che la situazione sia destinata a peggiorare – o a migliorare, se si adotta il punto di vista degli aspiranti insegnanti – è anche per questo motivo che la Cisl ha suggerito la riattivazione del cosiddetto doppio canale. Con questa soluzione coloro che fanno parte delle graduatorie di istituto e hanno superato i tre anni di supplenza avrebbero la possibilità di essere inseriti in un apposito elenco da cui potrebbero essere scelti i nuovi immessi in ruolo pronti per essere assunti. Lo scenario vede anche i rallentamenti di carattere tecnico che riguardano i concorsi straordinari in procinto di essere indetti da parte del governo, infatti non sono ancora state istituite le commissioni giudicatrici.