Affinché la ricerca di un lavoro si possa concludere con un esito positivo, è molto importante prestare la massima attenzione alla redazione del curriculum, uno strumento di cui non si può fare a meno nel tentativo di ottenere colloqui dalle aziende a cui ci si rivolge. Ma quali sono gli accorgimenti che devono essere adottati per avere la certezza che il CV sortisca gli effetti desiderati? Di sicuro è indispensabile dedicarvi tempo e pazienza, perché la fretta non può che condurre a svarioni, refusi e imperfezioni che di certo non destano una buona impressione. Il curriculum è a tutti gli effetti il biglietto da visita con il quale ci si presenta a un imprenditore o a un responsabile delle risorse umane, e proprio per questo motivo deve essere scritto e ricontrollato in modo decisamente meticoloso.

 

 

I modelli di curriculum

modelli di curriculum a cui si può fare riferimento sono diversi, e alcuni di questi si possono trovare già impostati nel programma Word di Microsoft; anche la Rete, per altro, pullula di schemi che possono essere presi a esempio. Tra i più diffusi non si può non menzionare il modello europeo, che prevede di inserire i propri recapiti e tutte le informazioni di base – come il nome, il cognome, l’indirizzo di residenza e la data di nascita – nell’intestazione iniziale. L’inserimento di una foto non è obbligatorio, ovviamente a meno che ciò non sia richiesto in modo esplicito dall’inserzione a cui si sta rispondendo: certo è che se si decide di allegare una propria immagine, è indispensabile sceglierla in modo accurato, evitando le pose ammiccanti e puntando sulla professionalità. Al di sotto dell’intestazione, nel curriculum europeo devono essere riportate le esperienze di lavoro, la formazione e le capacità personali, eventualmente integrate da corsi di aggiornamento.

Gli errori da non commettere

Può sembrare banale sottolinearlo, ma a giudicare dalle esperienze di chi legge i curriculum forse non lo è: i refusi e gli errori grammaticali devono essere evitati nella maniera più assoluta. Pare che 4 CV su 5 contengano almeno un errore di ortografia: ecco perché è indispensabile revisionare e rileggere, magari con l’aiuto di un’altra persona, ciò che si è scritto al computer. E un ulteriore controllo deve essere effettuato dopo che il cartaceo è stato stampato. Sarebbe opportuno, inoltre, essere il più possibile precisi con le date e gli indirizzi quando si indicano le esperienze professionali e gli attestati precedenti: dati incoerenti potrebbero non fare una buona impressione.

Sobrietà

La parola d’ordine nella redazione di un curriculum deve essere “sobrietà”: la forma non può essere appariscente, il che vuol dire che il carattere scelto dovrebbe essere il tradizionale Times New Roman. Si deve dimostrare di essere professionali, stando alla larga da motivi grafici o da fogli di carta colorati. Ma essere sobri vuol dire anche attenersi alle proprie competenze reali: non ha senso millantare capacità di cui non si è in possesso, anche perché alla prova dei fatti si verrebbe smentiti in un batter di ciglia. Lo stesso vale per esperienze di lavoro che in realtà non sono mai state svolte: una telefonata è sufficiente per verificarle. Il peccato di superbia è destinato a essere punito sempre: scrivere un elenco infinito di skills e di abilità personali serve a poco se queste non sono strettamente correlate con il ruolo per cui ci si propone e con la mansione che si dovrebbe ricoprire.

Curriculum su misura

Può essere noioso modificare il curriculum a seconda delle imprese a cui lo si manda e delle offerte a cui si risponde, ma è un compito a cui non ci si può sottrarre: ogni posizione aperta richiede un CV su misura, o – come dicono in Gran Bretagna – tailor made. Si tratta di intervenire sui dettagli, ovviamente, mettendo in risalto di volta in volta gli aspetti che potrebbero risultare più interessanti per un’impresa invece che per un’altra.