Trovare il formato giusto per il proprio curriculum vitae è uno dei primi passi da compiere quando ci si mette in cerca di un nuovo lavoro. In generale, la forma e l’aspetto del cv che viene inviato alle aziende contano tanto quanto i contenuti: per questo è importante curarli con la massima attenzione. Nel caso in cui si decida di optare per un curriculum personalizzato, è lecito domandarsi quanta cura debba essere riservata alla grafica. Meglio evitare l’errore di affidarsi a elaborazioni molto articolate o estremamente creative per lasciare il segno e farsi notare: piuttosto, vale la pena di puntare su un formato che sia maneggevole e agevole al tempo stesso, ma anche che dia la possibilità di aggiornare il cv in futuro senza difficoltà.

I suggerimenti per un curriculum perfetto

Ogni dettaglio stilistico e formale deve contribuire a mettere in risalto i contenuti proposti, dal punto di vista della capacità comunicativa, della sintesi, della completezza e della chiarezza. Inoltre, la vera originalità, cioè quella contraddistinta dalla maggiore efficacia, non dipende dalla grafica ma soprattutto dalle parole. Quando si elabora un curriculum, si deve tener presente che prima o poi si dovrà tornare a lavorarci sopra per aggiornarlo: le nuove variazioni di testo dovranno poter essere effettuate senza troppi ostacoli. Anzi, a dir la verità un cv dovrebbe cambiare a seconda del destinatario a cui viene spedito: la flessibilità, pertanto, deve essere la caratteristica peculiare del suo formato.

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Capire qual è il formato più adatto

Per comprendere qual è il formato che vale la pena di adottare, sono numerosi gli aspetti che meritano di essere presi in considerazione: per esempio, il tipo di lavoro che si svolge e quello per il quale ci si propone. È chiaro, infatti, che il cv di un avvocato dovrà essere molto più ordinato e lineare di quello di un creativo, giusto per fare un esempio. Un grafico si potrà sbizzarrire molto di più rispetto a un infermiere o a un meccanico. Occorre valutare, quindi, a che cosa serve il curriculum e quali sono gli obiettivi che ci si propone di conseguire attraverso di esso. In altre parole: lo si manda solo per rispettare un obbligo o perché si è realmente convinti di voler comunicare qualcosa?

A che cosa serve il curriculum

In teoria il compito del curriculum è quello di indurre chi lo legge a decidere di voler fissare un colloquio con la persona che lo ha stilato. Capire se sia meglio il classico cv cronologico o un’alternativa al formato Europass vuol dire anche pensare al destinatario. Dall’altra parte ci possono essere tanti interlocutori differenti: una società di recruiting, la funzione marketing di una grande azienda, un ente pubblico, e così via. Non c’è un formato che sia valido per tutti a livello universale: in alcuni casi, per esempio, potrebbe essere perfetto il formato europeo, che pure viene spesso bistrattato, mentre in altre circostanze esso non solo è l’ideale ma rappresenta addirittura la sola soluzione possibile (si pensi a chi lavora per le istituzioni, per esempio). Ma ci sono anche situazioni in cui la totale mancanza di elementi di originalità dal punto di vista della grafica può essere giudicata in modo negativo.

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Come decidere

Prendere la decisione giusta è possibile solo se si valuta con attenzione la quantità di tempo che si ha a disposizione: a volte ci potrebbe essere la necessità di realizzare un documento in tempi rapidi perché si ha a che fare con una scadenza imminente, ma più spesso è preferibile prendersi tutto il tempo di cui si ha bisogno per elaborare qualcosa di personalizzato e il più possibile curato. Occorre capire, infine, se abbia senso illustrare nel cv tutti i singoli passaggi del proprio percorso professionale o se invece non convenga puntare su una soluzione differente, magari illustrando le proprie competenze in modo alternativo.

Quando conviene usare il formato europeo

Come si è visto, stabilire come scegliere il formato per il curriculum richiede l’analisi di una lunga serie di fattori. Ci sono, comunque, alcuni casi specifici in cui è quasi obbligatorio ricorrere al formato Europass. Per esempio, quando si ha la necessità o l’intenzione di far conoscere unicamente la propria storia lavorativa, mettendo in risalto i vari passaggi cronologici e sottolineando le diverse competenze che sono state maturate nel tempo. Il formato europeo è consigliabile anche per chi pensa di non essere molto creativo, o più semplicemente non vuol perdere troppo tempo per gli eventuali aggiornamenti futuri del cv. Europass, insomma, è la soluzione per cui propendere quando si ricoprono mansioni che non presuppongono contenuti di creatività significativi o, molto più banalmente, quando si ha fretta e ci si può basare su un modello già impostato.

L’alternativa tra il formato europeo e il cv personalizzato

A differenza di quello che si potrebbe pensare, dunque, l’utilizzo del formato europeo non è da ritenersi una scelta errata, ma a patto che si consideri che si tratta di una soluzione standard. Ne deriva un prodotto ordinato e con una formattazione regolare, capace di svolgere il proprio compito senza risultare memorabile. D’altro canto, un curriculum ricco di elementi grafici è quasi indispensabile per chi lavora nel settore della creatività o, a maggior ragione, nel mondo della grafica: già attraverso questo documento è possibile mettere in mostra e far vedere le proprie competenze.

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La grafica in un curriculum: pro e contro da prendere in considerazione

Anche in questo caso, è bene fare mente locale su chi dovrà leggere il cv: è chiaro che se l’interlocutore che lo esaminerà non è inserito nel settore della grafica, puntare molto su questo aspetto potrebbe essere inutile. È fondamentale, inoltre, che i contenuti grafici e la forma del curriculum non compromettano la lettura e la comprensione. Un altro aspetto che è opportuno ricordare riguarda il fatto che i simboli e gli elementi grafici non possono essere visualizzati in una ricerca testuale: di conseguenza i concetti chiave e le parole più importanti non dovrebbero mai essere affidare al disegno.